Ottima riflessione, che non invecchia mai. Come community ci siamo spesso interrogati sull'impatto di un certo stile di vita nomade sulle comunità locali. E, come molti hanno già fatto notare, non può essere un'intera categoria di persone il capro espiatorio. I nomadi digitali non sono tutti uguali, molti viaggiano in maniera lenta cerca…
Ottima riflessione, che non invecchia mai. Come community ci siamo spesso interrogati sull'impatto di un certo stile di vita nomade sulle comunità locali. E, come molti hanno già fatto notare, non può essere un'intera categoria di persone il capro espiatorio. I nomadi digitali non sono tutti uguali, molti viaggiano in maniera lenta cercando di integrarsi per quanto possono nella cultura e lo stile di vita del luogo. Altri in effetti viaggiano e spendono come turisti. Ma anche nel secondo caso, non c'è niente di sbagliato in sé né nell'atteggiamento, né può essere additato a una singola categoria. Perché lo stesso dualismo nelle modalità di viaggiare lo si può identificare anche tra quelli che nomadi digitali non lo sono. Quello che conta, è educare a un viaggio più consapevole e sostenibile. Come community, nel nostro piccolo, ci impegniamo anche su questo fronte (e sul sito abbiamo dato anche spazio al racconto di realtà associative di nomadi che si impegnano col loro contributo).
Sono d'accordo. Anche perché non dobbiamo dimenticare che chi ha in mano il mercato degli affitti brevi sono i (grandi) proprietari immobiliari. E loro non si fanno troppi scrupoli ad alzare i prezzi e a farla da padroni. Ma come al solito si cerca di puntare il dito sulle comunità più facilmente attaccabili (prova a prendertela con un colosso immobiliare poi vediamo) :-) Cmq è giusto parlarne! Grazie per il commento.
Ottima riflessione, che non invecchia mai. Come community ci siamo spesso interrogati sull'impatto di un certo stile di vita nomade sulle comunità locali. E, come molti hanno già fatto notare, non può essere un'intera categoria di persone il capro espiatorio. I nomadi digitali non sono tutti uguali, molti viaggiano in maniera lenta cercando di integrarsi per quanto possono nella cultura e lo stile di vita del luogo. Altri in effetti viaggiano e spendono come turisti. Ma anche nel secondo caso, non c'è niente di sbagliato in sé né nell'atteggiamento, né può essere additato a una singola categoria. Perché lo stesso dualismo nelle modalità di viaggiare lo si può identificare anche tra quelli che nomadi digitali non lo sono. Quello che conta, è educare a un viaggio più consapevole e sostenibile. Come community, nel nostro piccolo, ci impegniamo anche su questo fronte (e sul sito abbiamo dato anche spazio al racconto di realtà associative di nomadi che si impegnano col loro contributo).
Sono d'accordo. Anche perché non dobbiamo dimenticare che chi ha in mano il mercato degli affitti brevi sono i (grandi) proprietari immobiliari. E loro non si fanno troppi scrupoli ad alzare i prezzi e a farla da padroni. Ma come al solito si cerca di puntare il dito sulle comunità più facilmente attaccabili (prova a prendertela con un colosso immobiliare poi vediamo) :-) Cmq è giusto parlarne! Grazie per il commento.